La Giornata mondiale delle comunicazioni sociali si celebra ogni anno, dal 1963, nella domenica che precede la Pentecoste. La Famiglia paolina organizza il Festival (quest’anno a Fermo), e la Settimana della comunicazione, serie di appuntamenti in tutta Italia.
Gli incontri albesi sono iniziati ieri, lunedì 26 maggio, con Marco Roncalli, nipote di Giovanni XXIII. Le iniziative proseguiranno questa sera, mercoledì 28 maggio alle 18 in sala Alberione, nella Casa madre dei Paolini in piazza San Paolo 14. L’ospite sarà don Luca Peyron, sacerdote torinese e fondatore, nel 2019, del Servizio per l’apostolato digitale dell’arcidiocesi di Torino, uno dei primi tentativi in assoluto di occuparsi dell’interazione tra digitale e fede.
Ad Alba presenterà il suo ultimo volume, Sconfinato. Pubblicato dalle edizioni San Paolo, unisce riflessioni spirituali con trattazioni sul- l’astronomia. «Il nostro pianeta sarebbe un posto migliore se ci accorgessimo che il cielo sconfina e continua a esistere sulla Terra», spiega Peyron. «Nel libro tratto due filoni. Ripercorro il momento in cui Dio si è fatto carne e ci ha visitato, poi aggiungo come, in termini antropologici, l’osservazione del cielo ci abbia restituito consapevolezza della nostra piccolezza. Tale gesto, ripetuto nei secoli, ci ha permesso di coltivare grandi ideali. È una bellezza che abbiamo a disposizione sempre, ma gli ultimi a poter conoscere davvero il cielo sono stati i nostri nonni».
Ormai, «non solo le città, ma pure i piccoli paesi sono pieni di lampioni che contribuiscono all’inquinamento luminoso. Si cerca una sensazione di sicurezza data dalla luce continua, che in realtà è illusoria: lo dicono le statistiche. In più, la luce notturna ha effetti negativi sulla salute nostra, delle piante e degli animali. E lo spazio, purtroppo, si è riempito di satelliti e spazzatura». Troppa luce di notte «ci fa perdere il gusto per la contemplazione, sia religiosa sia filosofica. Durante il blackout, spagnoli e portoghesi hanno potuto conoscere nuovamente il cielo».
Per il religioso, l’osservazione delle stelle «è molto più che una passione. Nella mia parrocchia e negli incontri che tengo in giro, uso la mia batteria di telescopi come strumento di lavoro. Quando il cielo è coperto, per non deludere la platea mostro la mia collezione di meteoriti, pezzi di cielo letteralmente scesi sulla Terra».
Riguardo all’apostolato digitale, aggiunge: «La tecnologia è al servizio degli uomini, bisogna continuare a comunicare e a farsi domande. Solo così potremo educare l’intelligenza artificiale e usarla per migliorarci».
La Settimana della comunicazione proseguirà domenica 1° giugno con la Messa celebrata alle 10 nel tempio di San Paolo da don Giusto Truglia, direttore di Gazzetta d’Alba e dell’Ufficio diocesano delle comunicazioni sociali.
Infine, martedì 3 giugno alle 18 in sala Alberione, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero cercherà di dare una risposta alla domanda “Possiamo ancora sperare oggi?”. d.ba.
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