Il capitale umano anche in ambito tecnologico

“Il concetto di capitale umano indica l’insieme delle conoscenze e delle capacità produttive acquisite da un
individuo attraverso l’istruzione, la formazione e l’esperienza lavorativa. Tali capacità e conoscenze
influenzano non solo la sua realizzazione economica e sociale, ma hanno un impatto sulla società di cui egli
fa parte”. Così Becker definiva il capitale umano, ma al giorno d’oggi quale importanza gli viene attribuita?
Uno studio condotto da Lenovo su un campione di responsabili dell’Information technology dell’Europe
Middle East and Africa, ha evidenziato come solo una piccola parte dei manager tenga in considerazione il
capitale umano negli investimenti in ambito tecnologico. Questo vuol dire che quando le imprese
acquistano un nuovo tipo di strumentazione tecnologica, il punto di vista degli addetti interni passa in
secondo piano, creando in quest’ultimi una carenza pratica rispetto ai nuovi cambiamenti. Da questo studio
emerge come il passaggio verso l’innovazione sia sempre più influenzata da logiche di business e se da una
parte si intraprendono progetti di digital transformation attraverso strumenti di intelligenza artificiale,
dall’altra tutto ciò va a discapito dell’operatore che si trova ostacolato. Infatti, la metà dei manager
intervistati nello studio ha riscontrato un calo delle capacità operative di gruppo. Come risolvere il
problema? Diventa importante introdurre elementi di valorizzazione in termini di corsi di aggiornamento
che, oltre ad accrescere le competenze dei dipendenti, assicurino contemporaneamente che lo sviluppo
aziendale avvenga ponendo al centro dell’attenzione le persone dell’organizzazione stessa. Pertanto, la
definizione iniziale di capitale umano racchiude quello a cui occorre orientarsi. Possano, quindi, andare di
pari passo sia l’innovazione tecnologica delle imprese, sia le esigenze delle persone coinvolte, creando così
un investimento non solo economico, ma anche sociale.

Beatrice ZILIOTTO

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