Arte e blockchain, binomio perfetto?

Tecnologia e arte… digitale e cultura… blockchain e opere d’arte: associazioni di parole all’apparenza dissonanti, eppure molto connesse. Ma dove si intersecano questi due mondi? Questo è il tema della mia tesi di laurea in Economia e Gestione dei Beni Culturali all’Università Cattolica, intitolata Arte e tecnologia: l’influsso della blockchain.

Lo scorso marzo ho sentito per la prima volta il termine NFT, non mi diceva nulla, ma in qualche modo mi interpellava: si era inserito bruscamente nel mondo dell’arte e supplicava l’attenzione di tutti gli attori del settore, dal primo all’ultimo, senza risparmiare nessuno. È la vendita all’asta da Christie’s dell’opera di Cripto arte di Beeple, sottoforma di NFT, che ha suscitato questo gran polverone, non solo mediatico, ma anche esistenziale: i grandi mercanti d’arte, le gallerie, le case d’asta, ma anche gli artisti, e persino i musei, si chiedevano se il loro futuro sarebbe stato in mano a questo nuovo strumento tecnologico, che allora non avrebbero neanche saputo descrivere. La risposta è tutt’ora in sospeso… siamo in una fase di limbo, in cui il mondo, con un’euforica sete di comprensione, sta cercando di analizzare l’utilità e l’innovazione apportate dalla blockchain. Perlomeno adesso sappiamo che NFT sta per “non fungible token” (gettone non fungibile) e che, dopo quella prima audace vendita di marzo 2021, ce ne sono state molte altre e parecchi investitori si sono lanciati in un collezionismo d’arte completamente dematerializzato su piattaforme basate sulla tecnologia blockchain, dove le opere acquistate erano racchiuse in un “gettone digitale” e non erano altro che file cui solo i proprietari potevano accedere.

Se siete perplessi, non siete gli unici! È importante, pertanto, analizzare il fenomeno a sangue freddo: riprendiamo le fila del discorso partendo dal fatto che arte e tecnologia sono un binomio (quasi) perfetto, ormai da tempo. Infatti, il mondo dell’arte è da sempre stato uno dei primi campi di applicazione delle nuove tecnologie, sin dai tempi antichi, e gli artisti spesso si sono fatti paladini di strumenti che la società avrebbe compreso solo più tardi. La creatività è capace di annullare le perplessità su ciò che è sconosciuto e di abbracciarne le potenzialità. Per rassicurare ulteriormente gli scettici riguardo a queste “infiltrazioni tecnologiche” nell’etereo mondo dell’arte, riprendiamo le nostre radici greche e analizziamo l’etimologia del lemma tecnologia. In Greco, “τέχνη” (téchne) era l’abilità artistica e inventiva, che oggi chiameremmo know-how, che gli artisti mettevano in pratica per veicolare dei contenuti. La capacità dell’artista di applicare il suo sapere, attraverso degli strumenti, per esprimere la sua opera è tecnologia. Senza dubbio, la scoperta di questa origine etimologica non giustifica un utilizzo incontrollato della tecnologia nell’ambito artistico e non deve comportare un’accettazione “alla cieca” degli ultimi fenomeni riguardanti gli NFT.

Piuttosto, questo recente incontro tra arte e blockchain, potrebbe farci riflettere sul modo in cui l’artista odierno applica la sua τέχνη per esprimersi e sui nuovi strumenti a disposizione dell’attività creativa e, più in generale, del management culturale. Esplorare senza pregiudizi queste tematiche e aprire gli occhi sono i primi passi per diventare consci di quanto accade intorno a noi ed essere attenti agli sviluppi futuri dei nuovi germi d’innovazione. I valori della blockchain risulteranno compatibili e funzionali a quelli dell’arte? Essa sarà capace di apportare innovazione mantenendo i capisaldi universali dell’arte che l’uomo ha sempre coltivato e difeso nel corso della storia? La questione è aperta. Non ci resta che assistere all’innovazione della blockchain, in modo attivo e curioso, imparando a governare la tecnologia e a non lasciarsi dominare da essa. E l’arte, in cui l’animo e la mano dell’artista guidano attraverso gli strumenti la creazione, può insegnarcelo.

 

Margherita PEYRON, Master in Storia dell’Arte all’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne

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