Nessun algoritmo può obbligarci a usare i social in modo irrispettoso

Come ho scritto nel mio precedente intervento, di fronte alla sfida che l’intelligenza artificiale generativa e conversazionale porta alla nostra umanità è assolutamente vero che la prima responsabilità compete alle imprese, agli sviluppatori e ai politici. È però anche vero che ciascuno di noi può fare la sua parte. Abbiamo a nostra volta il compito di diventare più intelligenti, cioè più consapevoli e quindi più liberi. Il primo modo che abbiamo a disposizione è quello di cercare di capire sempre di più quale sia la posta in gioco. Come possiamo farlo, noi che ci sentiamo così piccoli davanti a queste grandi trasformazioni? Iniziamo con il trovare le persone e le istituzioni culturali giuste da seguire per attingere informazioni, esperienze e punti di vista che ci aiutino a saper leggere dentro la realtà. Internet e i social media (luoghi della rete in cui l’intelligenza artificiale viene usata da anni) ci possono essere in questo di grande aiuto, così come seguire gli interventi sui media tradizionali.

In secondo luogo, dobbiamo comprendere che non siamo condannati a un destino di pura passività. Abbiamo dalla nostra parte il fatto che per funzionare ogni strumento tecnologico ha bisogno di ciascuno di noi, di me, di te. Nessun algoritmo può obbligarci a usare questi strumenti in modo non rispettoso di noi stessi e degli altri. Soprattutto chi si riconosce nella fede cattolica sa bene che non vi è struttura esterna che possa impedire il buon uso della propria libertà (il dono più prezioso che Dio ha fatto a noi esseri umani) a chi ha una coscienza preparata e saldamente ancorata ai principi che valorizzano l’umano. Vale per la vita, quindi vale anche per comprendere meglio l’intelligenza artificiale. Non è un’osservazione da ora di catechismo, ma è una impostazione culturale ricca di conseguenze, perché abilita la nostra capacità di giudizio, a partire dal comprendere che non tutto ciò che è tecnicamente fattibile è eticamente e umanamente accettabile. Non a caso Papa Francesco ha annunciato che la prossima Giornata mondiale per la Pace, il primo gennaio 2024, sarà dedicata al tema “Intelligenze artificiali e pace”. Il Papa sa bene, come tutti noi, che questa tecnologia è dotata di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti. Perché, come ha ben scritto Marco Bardazzi (Il Foglio 21 agosto 2023), “l’intelligenza artificiale generativa non cambia qualcosa di specifico, ma il “modo” stesso in cui facciamo tutte le cose (un po’ come l’elettricità o il digitale)”. Di conseguenza il Pontefice richiama la necessità di vigilare e di operare affinché “non attecchisca una logica di violenza e di discriminazione nel produrre e nell’usare tali dispositivi, a spese dei più fragili e degli esclusi”. Ed evidenzia “l’urgenza di orientare la concezione e l’utilizzo delle intelligenze artificiali in modo responsabile, perché siano al servizio dell’umanità.”

Responsabilità per l’umanità. Non è uno slogan, è il compito al quale siamo chiamati. A differenza di quanto accaduto in questi ultimi decenni di grandi innovazioni tecnologiche, questa volta l’America e l’intero mondo occidentale non sono convinti che il salto tecnologico provocato dall’intelligenza artificiale sia necessariamente sinonimo di progresso positivo per tutti. Ne sono consapevoli politici, intellettuali, ingegneri e, come abbiamo visto nel mio testo precedente, sembra lo siano anche le grandi imprese che stanno investendo miliardi in questa nuova tecnologia. Non lasciamoli soli! Nelle democrazie, una popolazione attenta e informata è la più efficace modalità di pressione e insieme il miglior aiuto che possiamo dare a chi è impegnato sul campo, a chi ha il compito di prendere le grandi decisioni. È la strada migliore e conviene a tutti, per il vero bene di tutti.

Sta quindi a ciascuno di noi, per la propria parte, fare in modo che questa nuova forma di intelligenza artificiale sia veramente generativa. Diamoci da fare, tutti insieme. (2.fine)

 

Antonio PALMIERI, Fondatore e presidente Fondazione Pensiero Solido

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *