Sviluppare l’AI, ma con che fondi?

Uno dei principali obiettivi dell’Unione Europea, in ambito digitale, è la creazione di una leadership globale e di un’intelligenza artificiale affidabile. Nel Piano coordinato sulla revisione dell’intelligenza artificiale si possono notare quattro importanti obiettivi definiti: stabilire le condizioni abilitanti per lo sviluppo e la diffusione dell’IA nell’Ue, garantire che l’IA funzioni per le persone e che sia una forza per il bene nella società, costruire una leadership strategica in settori ad alto impatto e, soprattutto, rendere l’Ue il luogo in cui l’eccellenza prospera.

A questo proposito, la ricerca «How public money is shaping the future direction of AI: An analysis of the EU’s investment in AI development» ha rivelato un’importante discrepanza tra gli obiettivi prima citati e l’assegnazione dei fondi europei per poterli effettivamente raggiungere. Il report mostra come, tra il 2014 ed il 2020, l’Ue abbia investito nell’Intelligenza Artificiale solamente il 13,4% dei finanziamenti disponibili, di cui il 37,4% è stato assegnato a soli tre paesi: Germania, Francia e Regno Unito. Inoltre, solo nel 30,3% dei bandi vengono menzionati concetti chiave come affidabilità, privacy ed etica, che dovrebbero invece rappresentare i punti cardine per lo sviluppo ed il mantenimento di un’AI sicura per il pubblico. Dalla ricerca appare chiaro che 1/5 delle proposte per lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale è focalizzato esclusivamente su contenuti di tipo tecnologico, con una grave carenza di soluzioni per l’applicazione concreta. I dati mostrano anche che gli investimenti tendono ad essere di tipo «top-down», con scarsi contributi alla progettazione da parte di ricercatori e organizzazioni del settore.

Dal report il messaggio è chiaro: «è necessario tradurre gli impegni in un modello di IA incentrato sull’uomo con enfasi sul processo di revisione etica. È fondamentale inoltre una maggiore inclusione della società civile sia nella progettazione sia nella ricezione di finanziamenti perché rappresenti l’interesse pubblico nello sviluppo dell’IA».

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