Un software antiplagio per esami universitari leali

Per gli studenti universitari gli esami continuano a tenersi in modalità online, e questo regime inevitabile che dura da un anno ha fatto sì che si siano creati nuovi equilibri nella gestione degli esami da parte dei docenti e degli studenti. In Italia, l’Università degli Studi di Torino, il Politecnico di Milano e Torino e l’Università degli Studi di Milano hanno varato un nuovo «software antiplagio» che dovrebbe impedire agli studenti di copiare agli esami, che si svolgono da remoto. L’Università e i docenti hanno rilevato che una considerevole percentuale di ragazzi ha messo in atto comportamenti scorretti in sede di esame, improvvisando problemi di connessione, oscurando le telecamere, utilizzando più di un supporto multimediale e facendosi suggerire per mezzo degli auricolari.

Il software mira ad evitare tutto ciò: è un programma di «proctoring», vale a dire che usa una serie di algoritmi basati sull’intelligenza artificiale che permettono di controllare in tempo reale i dispositivi degli studenti e le azioni che questi fanno, come l’utilizzo non opportuno di un microfono attivato o l’apertura di altre schermate sul monitor. L’algoritmo elabora i dati acquisiti e consente di stabilire se il candidato stia truffando la seduta d’esame oppure no, segnalando l’anomalia rilevata al professore.

Si presenta di fronte a questo un importante problema di bilanciamento di interessi: da una parte la protezione della privacy dello studente sulle piattaforme web riguardo alla libertà di agire e dall’altra la tutela degli interessi degli studenti che non copiano e che vorrebbero una valutazione oggettiva per tutti i candidati. Relativamente alla salvaguardia della privacy, i fornitori di uno di questi servizi software (il software ProctorExam) hanno dichiarato: «la tecnologia di ProctorExam non fa uso di rilevamento di dati biometrici, bensì basa la revisione delle sessioni su una supervisione umana».

Nell’Università di Torino i software antiplagio sono in una fase sperimentale e, come ha dichiarato il rettore Stefano Geuna, «il 12 aprile faremo un bilancio di questa sperimentazione e decideremo come andare avanti».

 

Federico CORTESE

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