Migranti, un «pronto soccorso» per tradurre in italiano

Nasce a Torino la piattaforma Language Aid, un progetto ambizioso e innovativo che mette in comunicazione organizzazioni che lavorano con i migranti con mediatori linguistici e traduttori. Questo servizio di traduzione si basa sui principi di gratuità e universalità ed è stato sviluppato dalla s.r.l. Algoritmo Associates.

Lo scopo è cercare di superare quelle barriere linguistiche che i migranti affrontano quotidianamente e riuscire a comunicare anche in situazioni di emergenza. “Fin da subito è stata pensata come una sorta di ‘pronto soccorso linguistico’ – spiega Guido Mandarino uno degli ideatori del progetto -. Una comunità in cui da un lato si mette la tecnologia a servizio dei bisogni delle persone, dall’altro si cerca di fare rete sia con i traduttori sia con le realtà che aderiscono e chiedono il nostro supporto”.

Sono tre le funzioni previste: la traduzione dei testi, la trasformazione di un documento in un contenuto vocale (nel caso in cui sia necessario superare la barriera dell’alfabetizzazione) e un’ultima modalità solo audio. Dai diversi dialetti curdi al bambara, dal pashtu al punjabi: sono circa 50 le lingue offerte, con un centinaio di traduttori pronti a mettersi all’opera; le organizzazioni registrate sulla piattaforma sono 40 e la comunità è in crescita. I lavori svolti vengono poi archiviati sul sito e per tutti gli iscritti è possibile cercarli per argomento, poiché spesso i bisogni di traduzione sono ripetitivi e risulta quindi utile avere i testi già prodotti sempre a portata di mano. Infatti si tratta spesso di documentazione legale o sanitaria, a cui è necessario avere accesso in tempi brevi.

“Fare innovazione sociale non significa sempre introdurre nuove tecnologie, ma ripensare a come queste vengono utilizzate in modo univoco non per forza per affrontare i problemi esistenti”, sottolinea Mandarino. Language Aid è diversa, non offre solo un servizio ma permette di entrare all’interno di una comunità, in cui si è “insieme per abbattere sempre di più i muri dell’incomunicabilità”.

Jasmine Milone

 

 

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