Arriva la rete 6G, cosa cambia? Annunciati 32 progetti di ricerca

Secondo gli esperti informatici, le reti 6G cambieranno il modo in cui ci connettiamo gli uni agli altri ed il modo in cui lavoriamo, dato che sarà parte integrante di ambiti come l’automazione industriale e robotica (Industry 4.0), la realtà aumentata, il trasporto e la mobilità privata a guida autonoma, la sanità e quello bancario. Infatti, per poter realizzare apparecchiature informatiche adeguate, c’è urgente bisogno di poter usufruire di una connettività mobile che possa supportare velocità di download superiori a un terabyte al secondo (le reti 5G ne possiedono una pari a 10 Gbps).

A riguardo è stato istituito, dalla Commissione Europea, il programma Joint Undertaking on Smart Networks and Services towards 6G (SNSJU) che ha l’obiettivo di garantire all’UE la leadership industriale nei settori strategici del 5G e 6G: alla fine dell’anno sono stati annunciati ben 35 progetti di ricerca, innovazione e sperimentazione in queste 2 reti.

È stato, inoltre, recentemente pubblicato il bando per sperimentatori della rete di sesta generazione in Europa: è la prima chiamata ufficiale del progetto 6G-SANDBOX – parte del programma SNSJU – che selezionerà le proposte di applicazioni avanzate del nuovo standard per le telecomunicazioni. Gli ambiti di sperimentazione contenuti all’interno del bando sono: l’estensione intelligenza artificiale dell’emulatore 6G-SANDBOX NEF; l’integrazione LoRaWAN nell’infrastruttura di connettività della rete di sesta generazione; aggiunta la capacità NWDAF; capacità di informazione sulla posizione; soluzioni ISAC e JCAS per il risparmio energetico; integrazione di soluzioni ORAN aggiuntive e gestione del backhaul multilink. Tutto questo per poter rendere l’infrastruttura 6G SANDBOX pronta per la sperimentazione avanzata.

Le candidature saranno aperte fino a luglio. Attualmente, il progetto ha un fondo di 540 mila euro.

 

 

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