Macchine della verità ai confini?

 Nel 2016 la Commissione Europea assegna 4,5 milioni di euro al progetto iBorderCTRL, una macchina della verità da usare alle frontiere, pur sapendo gli esperti autorizzatori che il progetto è ancora lacunoso poichè “si affida pesantemente a un sistema automatico di rilevazione delle bugie, che pone una serie di rischi che non sono adeguatamente affrontati” o risolti, come per esempio quelli di carattere puramente etico.

La profilazione, infatti, standardizza comportamenti e caratteristiche che dovrebbero servire a identificare attività o comportamenti illegali, rischiando, pero’, di stigmatizzare gruppi e individui, correndo anche il rischio verificato di incorrere in falsi positivi.

Per ottenere la firma dell’assegno, il business case presentato a suo tempo dalla European Dynamics Luxembourg si basa sulla proposta di realizzare un doppio sistema di sorveglianza alle frontiere.

Fase 1: ti registri prima di partire, inviando dati personali, documenti di viaggio, targhe di un veicolo, sostieni una breve intervista, “automatizzata e non invasiva”, condotta da un avatar e già soggetta all’identificazione di bugie, da collegare a dati già raccolti ma anche ad altri pubblici e vieni attribuito di un grado di rischio.

Fase 2: arrivi e vieni controllato per verificare la corrispondenza delle informazioni, con anche strumenti di riconoscimento facciale.

Fase 3: poi puoi passare il confine.

Scopo: accelerare i controlli, riducendo tempi e costi.

In futuro la valutazione iniziale potrebbe essere arricchita da un’analisi dei profili social del viaggiatore e da un prelievo venoso, quello non mente.

Il progetto di lombrosiana memoria parrebbe al palo pero’, sia per le risultanze inattendibili dei test sia per il rifiuto di condividere la documentazione a supporto del progetto stesso.

Il 7 settembre la Corte di Giustizia Europea ha stabilito che la tutela del brevetto non giustifica l’omertà documentale.

Attendiamo sviluppi, sperando soprattutto di continure a fare file all’ingresso.

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